
L’artrosi non è sinonimo di tramonto.
Che cos’è l’artrosi
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2020 l’artrosi interessava oltre 595 milioni di persone nel mondo, pari a circa il 7,6% della popolazione globale. Rispetto al 1990, questo numero è aumentato del 132%. Le proiezioni per il 2050 indicano un incremento dei casi del 75% per l’artrosi al ginocchio, del 48% per quella alla mano e del 78% per l’anca. Nelle persone con più di 70 anni, l’artrosi rappresenta la settima causa di anni di vita persi per disabilità. La sede più colpita è il ginocchio, e in oltre il 20% dei casi l’obesità rappresenta un fattore determinante.
Ad oggi, non esiste una cura risolutiva né un farmaco approvato in grado di prevenire o arrestare la malattia. Se non si agisce con prevenzione e trattamenti mirati, è previsto un aumento esponenziale delle disabilità parziali o totali legate all’artrosi, con un impatto significativo sui sistemi sanitari e sociali.
L’importanza di questa patologia è confermata anche dai dati economici. Negli Stati Uniti, nel 2016, l’artrosi ha generato una spesa sanitaria stimata in 80 miliardi di dollari. A Hong Kong, già nel 2003, i costi diretti e indiretti legati all’artrosi ammontavano a circa 400 milioni di dollari. Il Global Aging and Health Report dell’OMS (2015) evidenzia come l’artrosi sia una delle principali cause di disabilità negli over 60. Dopo i 50 anni, la patologia colpisce più frequentemente le donne, con un impatto rilevante anche a livello socioeconomico, considerando il ruolo centrale che molte di esse rivestono all’interno della famiglia, sia come caregiver sia come componente attiva del reddito familiare.
L’artrosi è una malattia cronica degenerativa che colpisce le articolazioni, in particolare quelle più sollecitate come anche, ginocchia e colonna vertebrale. È causata dall’usura progressiva della cartilagine, che perde elasticità e non riesce più a proteggere correttamente le superfici articolari, provocando dolore, rigidità e limitazione dei movimenti.
L’artrosi è una patologia che si sviluppa a seguito di un danno alla cartilagine articolare, un tessuto che, purtroppo, ha una scarsissima capacità di autoriparazione. Quando la cartilagine subisce una lesione strutturale, inizia un processo degenerativo progressivo che, nel tempo, porta alla sua completa usura.
Le cause principali della degenerazione cartilaginea sono diverse: l’invecchiamento, una predisposizione genetica (sia a livello infiammatorio che strutturale), traumi articolari o microtraumi ripetuti, e alcune malattie metaboliche come il diabete e l’obesità, quest’ultima responsabile di un sovraccarico articolare.

Facciamo luce sui principali tipi di artrosi.
Artrosi dell’anca
L’artrosi dell’anca è una patologia degenerativa causata dalla progressiva usura della cartilagine che riveste l’articolazione coxo-femorale. Si manifesta con dolore localizzato all’inguine, che può irradiarsi al gluteo, alla coscia o al ginocchio, limitando i movimenti e riducendo la qualità della vita.
Può essere:
Primaria, legata all’invecchiamento e alla naturale degenerazione articolare.
Secondaria, quando insorge a seguito di malformazioni (es. displasia dell’anca), traumi, fratture (come quella del collo del femore), malattie reumatiche (es. artrite reumatoide) o necrosi della testa femorale.
Un trattamento tempestivo può rallentare l’evoluzione della malattia e migliorare la funzionalità articolare.
Questo è un chiaro esempio documentato da una immagine radiologica in una proiezione anteroposteriore che dimostra l’artrosi di entambe le anche, la sinistra inizia a essere sintomatica, mentre la destra (D) è molto dolente e l’articolazione ha un’escursione molto ridotta. La paziente deambula zoppicando con il busto in avanti perchè non riesce a estendere completamente l’anca destra (D)
Artrosi di ginocchio
La gonartrosi, ovvero l’ artrosi del ginocchio, è causata dal deterioramento progressivo della cartilagine articolare. Si manifesta con dolore, rigidità, difficoltà nei movimenti e, nei casi più avanzati, con deformazioni articolari. È più frequente nelle persone anziane, ma può insorgere anche in età più giovane, soprattutto in presenza di traumi, interventi chirurgici pregressi o sovraccarichi funzionali. Una diagnosi precoce e un trattamento mirato possono contribuire a contenere l’evoluzione della malattia e a migliorare la qualità della vita.
Questa è una classica immagine in artroscopia di un ginocchio con un quadro di artrosi iniziale con una sofferenza sia della cartilagine del femore (sopra) che di quella della tibia (sotto mentre viene saggiata con lo strumento metallico che si chiama palpatore). Probabilmente questo paziente ha un dolore lieve e una funzionalità articolare ancora completa)
Questo ginocchio progressivamente svilupperà un’artrosi avanzata. Assieme all’artrosi evolverà il dolore e il deficit funzionale, la riduzione dell’autonomia deambulatoria e alla fine della qualità di vita.
Artrosi della colonna vertebrale
L’artrosi vertebrale è una patologia degenerativa che interessa le articolazioni tra le vertebre. È causata dall’usura progressiva delle strutture articolari, con formazione di osteofiti (sporgenze ossee) e perdita di elasticità.
I sintomi più comuni includono dolore localizzato o irradiato, rigidità e, nei casi più gravi, compressione delle radici nervose con formicolii, debolezza o alterazioni della sensibilità. Colpisce soprattutto la zona cervicale e lombare e può compromettere in modo significativo la mobilità e la qualità della vita. Un trattamento tempestivo può aiutare a rallentare la progressione della malattia e ridurre i sintomi.
Sintomi
I sintomi più comuni dell’artrosi includono:
• Dolore articolare, soprattutto durante o dopo il movimento.
• Rigidità dell’articolazione, più evidente al risveglio o dopo inattività.
• Ridotta mobilità dell’articolazione colpita.
• Scricchiolii o rumori articolari durante il movimento.
• Gonfiore o deformità delle articolazioni nei casi più avanzati.
Diagnosi
• Esame clinico ed anamnesi: Valutazione dei sintomi e della mobilità; storia clinica (traumi, interventi chirurgici pregressi).
• Radiografia: Per evidenziare restringimento dello spazio articolare, osteofiti (escrescenze ossee) e altre alterazioni tipiche.
• Risonanza magnetica (RM): In alcuni casi per valutare meglio le strutture articolari.