
Come tornare in vetta: possibili trattamenti.
Come si cura
La diagnosi di artrosi si basa sulla presenza di sintomi a carico dell’articolazione interessata, come dolore, rigidità, deformità articolare e progressiva riduzione della mobilità. Tutti questi fattori possono compromettere in modo significativo la qualità della vita del paziente.
La valutazione clinica include l’analisi dei sintomi, l’osservazione della funzionalità e della stabilità articolare. La diagnosi viene generalmente confermata tramite radiografia tradizionale, anche se nelle fasi iniziali possono essere necessari esami più approfonditi, come la risonanza magnetica (RMN), per individuare alterazioni precoci.
Attualmente, le terapie disponibili hanno l’obiettivo di alleviare i sintomi e rallentare l’evoluzione della malattia, ma non esiste ancora una cura definitiva in grado di arrestarne o invertirne il decorso. L’artrosi è una patologia progressiva, e al momento irreversibile.
La gestione dell’artrosi richiede un approccio integrato che coinvolge diverse figure specialistiche: il medico di medicina generale, il fisiatra, il fisioterapista e, nei casi avanzati, il chirurgo ortopedico. Un percorso terapeutico personalizzato può migliorare significativamente la qualità di vita del paziente e ridurre il rischio di disabilità.
Trattamenti disponibili
I trattamenti si dividono in tre grandi categorie:
1) Terapie conservative
Farmaci antidolorifici e antinfiammatori non steroidei (FANS)
Fisioterapia ed esercizi specifici per migliorare la mobilità e la funzionalità articolare
Controllo del peso corporeo (dietoterapia), per ridurre il sovraccarico sulle articolazioni
Ausili ortopedici, come tutori o plantari
2) Trattamenti interventistici
Infiltrazioni intra-articolari con acido ialuronico o corticosteroidi
Embolizzazioni locali arteriose
Infiltrazioni con PRP (plasma ricco di piastrine)
Infusioni articolari con cellule staminali autologhe (M-FAT), prelevate dal tessuto adiposo periombelicale
Nota: L’efficacia rigenerativa delle cellule staminali è ancora oggetto di studio, e i risultati possono variare.
4) Chirurgia conservativa e protesica
Nei casi più avanzati, quando i trattamenti conservativi non sono più efficaci, può rendersi necessario il ricorso alla chirurgia. Gli interventi possono essere:
Chirurgia conservativa, rivolta a correggere l’asse articolare, stabilizzare i legamenti o ricostruire lesioni focali della cartilagine (soprattutto a livello del ginocchio). E’ indicata solo nelle fasi iniziali della malattia.
Artroprotesi, ovvero l’impianto di una protesi articolare, che rappresenta il trattamento di elezione nelle forme avanzate. Le articolazioni più frequentemente interessate sono anca, ginocchio, spalla e, in alcuni casi, caviglia.
Anche l’artrosi della mano, pur differente nelle modalità di trattamento, ha un impatto rilevante sulla funzionalità quotidiana e merita attenzione specifica.
Dati epidemiologici e costi
Secondo il Registro Italiano di Artroprotesi (RIAP), nel 2022 in Italia sono stati eseguiti oltre 220.000 interventi di protesi ortopediche, contro gli 80.000 del 2000.
L’anca è l’articolazione più operata (56% degli interventi), seguita dal ginocchio (38,6%). Questo incremento è correlato all’invecchiamento della popolazione e all’aumento dei casi di artrosi.
Il costo medio di un impianto protesico si aggira attorno ai 25.000 euro (escluse eventuali complicanze), e la durata media di una protesi supera i 20 anni.
Questi numeri evidenziano l’urgenza di adottare strategie di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento integrato, anche per contenere l’impatto sociale ed economico della malattia.